Sistema di difesa aria-terra delle colture
Dice il saggio: se vuoi
sconfiggere un nemico prima lo devi conoscere a fondo....
quindi da questo autunno,
ci siamo dedicati allo studio e osservazione dei micromammiferi che
frequentano le nostre coltivazioni, nella gara “a chi rosica di
più” si è attestato il primo premio l'arvicola del Savi,
seguita con un buon margine di sicurezza dal topo selvatico.
Arvicola del Savi - immagine tratta dall'iconografia dei mammiferi d'Italia
Topo selvatico - immagine tratta dall'iconografia dei mammiferi d'Italia
Gli ortaggi che hanno
ottenuto maggiori preferenze sono:
Cicoria catalogna –
rosicchiamento dal fittone all'intero colletto della pianta in una
sola con perdite del raccolto comprese sino al 30% in campo aperto e
sino al 80% in tunnel, il che fa supporre che il caldo della serra
stimoli l'appetito..
Cavolo verza –
rosicchiamento a lato della radice e da lì verso l'interno sino a
ricavare un vero e proprio confortevole alloggio all'interno del
cespo, quella sì che è una casa ecologica a prova di crisi... va
detto che la percentuale dei cavoli rinvenuti scavati è risultata
essere molto contenuta e con valori che si sono attestati attorno al
6 %
Radicchio, lattuga, sedano e finocchio - su queste produzioni il danno è risultato irrisorio in quanto le percentuali degli ortaggi colpiti sono risultate al di sotto del 5%
L'arvicola del Savi è un
simpaticissimo roditore di abitudini alimentari vegetariane, quindi
dobbiamo tenere conto che è in linea con i principi della nostra
Farm, ed è comprensibile che frequenti le nostre coltivazioni, è
attivo sia di notte che di giorno.
Il topo selvatico è
simile al topolino domestico ma caratterizzato da orecchie più
grandi e occhi sporgenti che ricordano un po quelli del ghiro, è di
abitudini prevalentemente notturne e a differenza dell'arvicola del
Savi contempla nella sua dieta insetti, lumache e occasionalmente
uova o pulli di piccoli uccelli, già solo per il fatto che
contribuisce a ridurre il numero di insetti e in particolare delle
lumache sono convinto che alla fine qualche ortaggio in fondo in
fondo se lo sia guadagnato....
Qui attorno, ma come in
molte altre realtà agricole e in particolare ortofrutticole, viene
attuata una costante campagna di avvelenamento contro topi e
arvicole, ricorrendo all'utilizzo di grano trattato con
Chlorophacinone.
Le stesse pubblicazioni
di settore riportano e cito testualmente: “che è
importantissimo non interrompere gli interventi negli anni a seguire
anche a fronte di assenza di danno per evitare recrudescenze del
problema ...” le persone più prudenti se di prudenza si può
parlare... hanno l'accortezza di inserire le granaglie avvelenate
nelle tane dei roditori (sempre ben visibili) attraverso l'impiego di
segmenti di canna di bambù, i più sprovveduti spargono le granaglie
lungo i filari coltivati, esponendo così tutta la restante fauna e
avifauna ad altissimo rischio di avvelenamento, senza contare che in
entrambi i casi nulla viene fatto al fine di evitare che il veleno si
irradi nel terreno e che presto o tardi ci finisca nel piatto...
Spesso mi capita di osservare le civette e l'allocco che si aggirano per fortuna ancora regolarmente da queste parti, cacciano a ridosso del fosso e nei prati dove c'è la siepe, ma come mai cacciano dove ci sono meno tane di arvicole e non cacciano presso le nostre coltivazioni dove le tane sono numerose? La causa era troppo ovvia perchè potessimo accorgercene... se non che una sera osservo una civetta che fa l'equilibrista per parcheggiarsi su un paletto in plastica per il filo che delimita il pascolo dei cavalli.....ecco cosa manca !!..... mancavano nient'altro che i posatoi, i rapaci notturni ma anche quelli diurni sono ghiotti di topolini e arvicole ma di norma si appostano sui pali o sui rami degli alberi per poter piombare loro addosso....presso le nostre colture mancano alberi e quindi posatoi, le piantine da frutta e quelle della nuova siepe sono ancora troppo piccole per fornire uno stabile sostegno....
Ora le nostre colture saranno delimitate da qualche palo in legno per agevolare il lavoro dell'aviazione.... una volta non si costumava dire “aiutati che il ciel t'aiuta”? e in questo caso è così l'aiuto arriva proprio dal cielo!.......c'è sempre un alternativa all'uso dei veleni …..
Spesso mi capita di osservare le civette e l'allocco che si aggirano per fortuna ancora regolarmente da queste parti, cacciano a ridosso del fosso e nei prati dove c'è la siepe, ma come mai cacciano dove ci sono meno tane di arvicole e non cacciano presso le nostre coltivazioni dove le tane sono numerose? La causa era troppo ovvia perchè potessimo accorgercene... se non che una sera osservo una civetta che fa l'equilibrista per parcheggiarsi su un paletto in plastica per il filo che delimita il pascolo dei cavalli.....ecco cosa manca !!..... mancavano nient'altro che i posatoi, i rapaci notturni ma anche quelli diurni sono ghiotti di topolini e arvicole ma di norma si appostano sui pali o sui rami degli alberi per poter piombare loro addosso....presso le nostre colture mancano alberi e quindi posatoi, le piantine da frutta e quelle della nuova siepe sono ancora troppo piccole per fornire uno stabile sostegno....
Ora le nostre colture saranno delimitate da qualche palo in legno per agevolare il lavoro dell'aviazione.... una volta non si costumava dire “aiutati che il ciel t'aiuta”? e in questo caso è così l'aiuto arriva proprio dal cielo!.......c'è sempre un alternativa all'uso dei veleni …..
Nessun commento:
Posta un commento