Anche quest'anno si è
aperta la caccia, le nostre zone non sono immuni a questa piaga, fine
delle passeggiate nel bosco con i ns amici cavalli, prevenire è
meglio che curare! Proprio l'altro giorno mentre raccoglievo i falsi
frutti di rosa canina, si avvicina un figuro armato che premuroso mi
avvisa : “ guardi che è pericoloso stare tra i cespugli!” no
guardi..... qui di pericoloso ci siete solo voi! io tra i cespugli ci
vado tutto l'anno e non mi hanno mai fatto nulla! E in tutta risposta
ottengo: “Ebbravo incosciente per forza che poi succedono gli
incidenti! Il classico anticaccia!” guardi ha ragione!....... contrario
alla caccia quello di sicuro!
ma pensa te.....meglio lasciare correre
che sennò mando in fumo mesi di Zen...
La stagione è aperta da
meno di un mese e già ci sono notizie di morti e feriti degne di un
bollettino di guerra! e la colpa sicuramente è dei malcapitati che
si sono trovati sulla linea di tiro e mica di chi ha premuto il
grilletto!
Ma ci mancherebbe!
A fine raccolta mi avvio
a casa, che bello rincasare e chiudere fuori l'eco degli spari, preso
dai vari lavori puoi far finta che non sia successo nulla, che la
caccia sia addirittura chiusa, molti nelle città manco sanno che è
aperta, altri pensano ancora che è stata bloccata dal Tar, ignari
del fatto che alla Regione hanno sgobbato sodo per farla aprire senza ritardo...
magari fossero così efficienti per le cose davvero importanti!
Scende la sera e mentre
sono immerso nella lettura, i ricordi dei tanti servizi di vigilanza
si rincorrono nella mia mente......
impossibile far finta che
la caccia non esista, se cominci a fantasticare che una cosa non
esiste finisci con l'accettarla e quindi considerarla “normale” o
ancora peggio legittima... meglio alzarsi e svuotare la mente, la
penna e la carta si rivelano sempre due buoni alleati per farlo, permettendoci
di trasmettere le emozioni:
Quando l'eco dello sparo accompagna ancora la penna
La sveglia trilla
scarponi ai piedi, gli occhi al cielo,
una stella brilla
la notte ancora tutto ammanta
lo zaino in spalla, la strada è tanta
sul sentiero, cadon le foglie e le
castagne
testimoni di un ciclo che si compie tra
le montagne
si procede in silenzio con occhio
vigile e passo lieve
tra le cime ormai in color di neve
la caccia è aperta
uomini animati da intenti diversi e
animali, son in allerta
il selvatico nobile ed ignaro è già nel mirino
triste presagio in odor di mattino
uno sparo, un tonfo, un sorriso
la canna riflette l'arroganza di un
viso
una guardia rimane, testimone impotente
il camoscio esangue, ormai è già
assente
il controllo è dovuto
ma l'ennesimo scempio si è ormai di
fatto compiuto
tutto concesso e assurdamente legittimo
un gusto amaro rimane, impresso
nell'intimo
l'erba intrisa di sangue, come queste
righe rimane
a testimoniar un atto infame.
Dedico queste quattro righe a tutte
quelle persone che con o senza una divisa, nonostante tutto, non riescono a far finta che
nulla accade e che riescono a trovare giorno dopo giorno il coraggio di opporsi, alle varie
ingiustizie che le leggi dell'uomo permettono......